Dai, ammettetelo. Per prima cosa tutti creiamo i personaggi, come è giusto che sia. Ne svisceriamo vita morte e miracoli, presente e passato, facciamo conoscenza con tutti i loro più sordidi segreti, tracciamo per loro sfighe e destini. Poi, ci preoccupiamo della trama: qual è il conflitto, quale l’incidente scatenante, insomma cosa succede nel nostro romanzo. Infine, forse, ci preoccupiamo dell’ambientazione: la cornice della storia che ci apprestiamo a scrivere e l’aspetto progettuale più trascurato e sottovalutato.
“Il luogo è un angelo minore che custodisce dall’alto la narrativa, forse quello che osserva benevolmente da lontano, mentre gli altri – la trama, il significato simbolico, i personaggi e così via – fanno il loro lavoro sotto gli occhi di tutti, sbattendo le ali” (Eudora Welty)
Ambientazione, cioè luogo + contesto
L’ambientazione è – banalmente – il mix tra il luogo e il contesto spazio-temporale (e quindi anche sociale, culturale, ecc) entro cui si muove la storia. Come tale, la influenzerà molto più di quanto non sembri a una prima lettura. Un’ambientazione ben costruita sta sullo sfondo, regge e determina le vicende dei personaggi e i rovesciamenti di trama, ma lo farà sempre in modo discreto. Per questo è facile sottovalutarla.
Eppure, proviamo a pensarci. Cosa sarebbe “Cime tempestose” senza la brughiera? E’ quell’ambiente aspro, alienante e malinconico a plasmare caratteri, indoli e reazioni dei personaggi, a cominciare dal tormentato Heathcliff. Allo stesso modo, la Contea per Frodo Baggins de “Il signore degli anelli” è davvero soltanto un luogo di sfondo, una località da cui partire e a cui tornare? Tutt’altro: essa impregna l’anima degli Hobbit e li rende ciò che sono.
Questo perché nessuno può essere immune e impermeabile al contesto in cui vive, cresce, agisce… E questo è valido anche per i personaggi di un romanzo, assolutamente! Esso determina il modo in cui parlano, si vestono, si interfacciano con altre persone. Influenza il loro modo di concepire mondo e società, impatta su ciò che possono o non possono fare. Li rende capaci di agire o, al contrario li inibisce e li spaventa. Il contesto è tutto.
Gli elementi base
L’ambientazione è quindi un elemento interattivo, che riempie la storia di significo, ed è determinata da una serie di elementi. Vediamoli insieme.
- Località: dove si svolge la storia? Qua parliamo proprio di geografia: in che città, quartiere, Paese? Ma la geografia può essere pure immaginaria: in un fantasy o in un fantascientifico, l’ambientazione è spesso frutto della fantasia dell’autore. Il che la rende ancora più difficile da strutturare.
- Epoca storica. Collocare il vostro romanzo in un’epoca storica piuttosto che in un’altra non è una scelta di poco conto: un artigiano della lana nella Firenze medicea viveva, pensava, credeva, concepiva il mondo in maniera totalmente diversa rispetto a un abitante di New York durante la crisi del ’29. Una storia ambientata negli anni Sessanta segue binari, logiche e abitudini diverse da una storia ambientata nel presente, o nel futuro. Inoltre gli avvenimenti storici possono intrecciarsi con le vicende dei personaggi.
- Contesto sociale, politico, economico. Questo punto fa coppia con il precedente, a cui è strettamente collegato. Così come un’epoca storica e i suoi avvenimenti influenzano una storia, così lo fanno il contesto entro cui i personaggi si muovono. In altre parole, se scegliete di ambientare la vostra storia in un villaggio di pescatori della Normandia del ‘600, non vi basterà infilare una gonna a tutti i vostri personaggi femminili: quel territorio e quel contesto socio-economico aveva regole, tradizioni e usi suoi. Per essere credibili, dovete tenerne conto.